Biografia

Leonardo da Vinci

1452

Leonardo nacque il 15 aprile in una casa ad Anchiano, nel comune di Vinci. Fu il primo figlio maschio, seppur illegittimo, di ser Piero Antonio, notaio fiorentino, (che in seguito ebbe altri nove figli maschi e due femmine) e di Caterina.

1469

Il padre di Leonardo mostra alcuni disegni del figlio all’artista Andrea Del Verrocchio. Inizia così l’apprendistato del giovane. Qui conosce le tecniche artistiche della pittura, della scultura, i principi della meccanica e dell’ingegneria.

1505/1506

Continua gli studi sul volo dalla sua dimora di Fiesole. Nell'aprile del 1506 fa sperimentare una macchina volante all'allievo Tommaso Masini noto anche col nome di Zoroastro da Peretola. Il tentativo si conclude con un fallimento.

1518/1519

In Francia, Leonardo si lascia suggestionare da immagini apocalittiche. Impressionanti testimonianze di quest'ultimo periodo sono i disegni in cui è immaginata la fine del mondo, evento fantastico nel quale operano con logica coerenza e con terribile bellezza le forze della natura indagate da Leonardo. Il 29 aprile 1519 faceva testamento.

1516/1517

Leonardo accetta l’invito di Francesco I, nuovo re di Francia, di entrare a far parte della sua corte. Ormai anziano, Leonardo è ad Amboise, nel castello di Clos-Lucè, con la qualifica di primo pittore, ingegnere ed architetto del Re.

1519

Leonardo muore il 2 maggio all’età di 67 anni. Il testamento prevedeva che tutti i suoi manoscritti e i disegni andassero al suo allievo Francesco Melzi, mentre i dipinti a Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai. Morto il Salai, nel 1525, inizia la dispersione dell’eredità di Leonardo.

Firenze

Da Vinci a Firenze

nella bottega di Andrea del Verrocchio

Fino all’età di diciassette anni, Leonardo rinase con la famiglia materna a Vinci per poi muoversi verso Firenze, dove, nel 1469 il giovane venne introdotto, probabilmente grazie alle conoscenze del padre, ad Andrea del Verrocchio, maestro di una delle botteghe d’arte più prolifiche del tempo, presso la quale si formarono artisti importanti come Sandro Botticelli e Lorenzo di Credi. Come in tutte le botteghe d’artista del tempo, il “tirocinio” del giovane allievo era fondato sulla pratica: dapprima avrebbe dovuto seguire il lavoro del maestro, successivamente cominciare a collaborare con lui, infine avrebbe dovuto staccarsi per avviare la sua attività indipendente.

Per questo motivo, si è soliti indicare il Battesimo del Cristo, ora esposto agli Uffizi ma originariamente destinato alla Chiesa di San Salvi a Firenze, come primo intervento in pittura di Leonardo, in collaborazione con il Verrocchio. La differenza stilistica tra le parti realizzate dal maestro e dall’allievo è eclatante. Anche ad un occhio meno esperto, risalta lo stile di Leonardo nell’angelo che regge le vesti e nella vallata che fa da sfondo. Questa va messa in relazione con il primo disegno certo datato 5 agosto 1473 che rappresenta appunto la vallata dell’Arno ritratta dalle pendici del Montalbano. La maniera pittorica di Leonardo è più delicata, morbida nei contorni rispetto al resto del dipinto, questa netta differenza stilistica, troppo evidente in un allievo alle prime armi, ha portato a credere che il Battesimo del Cristo non sia stata la prima opera realizzata in collaborazione col Verrocchio.

La critica ultimamente è concorde nel collocare il dipinto addirittura nell’ultima fase del primo periodo fiorentino, quando l’artista era già semi autonomo ed aveva all’incirca trent’anni. I primi interventi in pittura di Leonardo vanno quindi individuati in dipinti di marcata matrice verrocchiesca, dettata dal forte contorno delle figure e dal trattamento quasi scultoreo dei corpi, come la Madonna del Garofano, oggi all’Alte Pinakothek di Monaco, ed il famoso ritratto esposto alla National Gallery di Washington di Ginevra de’Benci, nella quale si può individuare anche una certa influenza della ritrattistica fiamminga, mutuata dalla lezione del maestro. La datazione di queste opere va individuata prima del 1478, quando compare un primo documento che attesta una commissione diretta a Leonardo, il quale si suppone avesse raggiunto quindi l’ultima fase del suo tirocinio e poteva così intraprendere la carriera di artista in piena autonomia.

Purtroppo le prime due commissioni non vedranno mai la luce: la prima riguardava una pala d’altare per la Cappella di San Bernardo in Palazzo Vecchio a Firenze (della quale non abbiamo neppure il bozzetto), la seconda commissione proveniva dal convento di San Donato a Scopeto, nei dintorni di Firenze. Nel 1481, i frati del convento incaricano Leonardo di dipingere una tavola, che oggi conosciamo come un affascinante bozzetto: l’Adorazione dei Magi. Il disegno, la cui messa in opera fu di Filippino Lippi, testimonia come Leonardo abbia completamente assorbito la lezione fiorentina e prefigura tematiche che l’artista svilupperà successivamente. Nella composizione e nei concetti, l’Adorazione è un’opera meditata, studiata attentamente nel minimo dettaglio (conosciamo infatti di questa molti disegni preparatori). Assieme all’Adorazione, siamo soliti affiancare un altro dipinto (non finito) coevo che testimonia la fine del suo apprendistato fiorentino e prefigura la pittura del periodo milanese: il San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana.

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