Esposizione

Le Macchine

alcune delle macchine che potrete ammirare

ALIANTE

c.1493-95. Codice Atlantico, f.309 v-a [846 v].
Milano, Biblioteca Ambrosiana L’aliante rappresenta un progresso tecnico e scientifico di non poco conto negli studi di Leonardo sul volo dell’uomo. A partire dagli anni Novanta del XV sec., intuisce l’importanza dell’aereodinamica e progetta macchine volanti con le ali parzialmente fisse, osservando le ali dei pipistrelli e dei grandi volatili. A dire la verità, l’ala è fissa solo al centro, nelle immediate vicinanze del pilota, mentre le parti esterne sono mobili. Grazie a carrucole e maniglie, il pilota sarà così in grado di battere le ali esterne, mentre rimane in posizione verticale al centro della macchina, inserendo la testa nel foro centrale e facendosi posare sulle spalle tutto l’ingombro dell’aliante.

AUTOMOBILE A BALESTRE

c. 1478-80. Cod. Atlantico, f. 296 v-a [812 r.].
Milano, Biblioteca Ambrosiana
Macchina simbolo del genio visionario di Leonardo da Vinci, l’automobile a balestre non è altro che un alternativo mezzo di locomozione da usare per di più come apparato scenico. Nonostante la critica moderna abbia voluto affibbiarle il nome di “automobile”, questa macchina è un automatismo semovente, per questo adatta alla spettacolarizzazione di feste, più che un mezzo di locomozione. Le grandi molle a spirale venivano “caricate” e la macchina incamerava energia per poi rilasciarla. Corredato a questo sistema a propulsione ci sono due “optional”: un sistema di freno a mano ed un timone anteriore che permetteva di governare l’andamento.

CARRO ARMATO

c.1483-85. Inv. n. 1860-6-16-99.
Londra, British Museum
Nel 1485, Leonardo da Vinci progetta un carro coperto, alto 3 metri, corazzato esternamente con legno e rifinito all’interno da placche metalliche, a forma di testuggine, corredato di torretta interna per l’osservazione del campo di battaglia da una posizione rialzata. Il fuoco è affidato a cannoni disposti intorno allo scafo per sparare da ogni direzione. Per il movimento necessita di soli otto uomini che muovono degli ingranaggi dentati interni. Il carro doveva sostituire la cavalleria: con l’avvento delle armi da fuoco, durante le battaglie i cavalli imbizzarrivano per lo strepitio e gli scoppi dei cannoni, disarcionando cavalieri e causando così danni al proprio esercito.

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